Anche quest'anno è tornato l'ormai imperdibile appuntamento annuale con la Maker Faire di Roma, giunta ormai alla sua quinta edizione nella capitale. Dopo i primi tre anni in giro per alcune delle più particolari location per eventi della città come il Palazzo dei Congressi all'Eur, l'Auditorium Parco della Musica e - la mia preferita in assoluto - la città universitaria de La Sapienza (di cui vi ho raccontato due anni fa su
Clockwork Humans), da due anni la fiera dell'innovazione si è stabilita in quella che è ormai l'unica struttura di Roma in grado di accogliere la grande affluenza di pubblico: la nuova Fiera di Roma.
La prima grande novità organizzativa di quest'anno è la data, che si è spostata da metà ottobre ai primi di dicembre, dando all'evento un piacevole tocco natalizio (sebbene qualche robot con barba e cappello ricordasse un po' troppo il terribile Babbo Nasale di Futurama). Altra grossa novità è stata l'assenza di Riccardo Luna, storico organizzatore della Maker Faire, che qualche mese fa ha annunciato che non avrebbe partecipato alla manifestazione di quest'anno, lasciando l'organizzazione nelle mani di Massimo Banzi, co-founder di Arduino e insieme a Luna co-curatore delle precedenti edizioni della MFR.
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Ovviamente, riassumere i 7 padiglioni della fiera in un post che non sia chilometrico e che non diventi banale entro le prime tre righe è piuttosto difficile. Cercherò quindi di sintetizzare nel modo che mi riesce meglio: facendo un elenco puntato. Quest'anno la Maker Faire ha un po' deluso le mie aspettative - che effettivamente erano molto alte dopo la strabiliante edizione dello scorso anno, che ho vissuto a pieno sia come visitatrice che come volontaria al booth di Arduino - ma non ha mancato comunque di sorprendermi in altri modi. Ecco quindi 5 cose che mi hanno sorpreso (in positivo o in negativo) di questa Maker Faire:
1)
Nessun super robottone. E dai, diciamolo pure! Alla Maker Faire non si va (solo) per vedere i robottini fatti con una scheda Arduino e 4 ruote o i robot - seppur super fantastici - fatti da maker sconosciuti, ci vogliono anche le "celebrità" del settore a dare un po' di lustro ad un evento. Generalmente, quando si parla di robotica in Italia le superstar vengono tutte dalla stessa famiglia, quella dell'
Istituto Italiano di Tecnologia: tre anni fa era il piccolo iCub, nel 2015 fu il turno del super Walkman e l'anno scorso questo ruolo toccò ad
uno dei miei robot preferiti in assoluto, il bellissimo R1.
Quest'anno la collaborazione con l'IIT è stata da una parte ancora più speciale, dall'altra però meno fruibile al grande pubblico: l'Istituto ha infatti organizzato due giornate di corso per "programmare la testa di iCub", epico sì, ma a numero chiuso e che - oltretutto - richiedeva di dedicare un'intera giornata di fiera solo al corso, poco comodo per chi non ha avuto modo di partecipare in più giornate (anche se effettivamente, come sa chi mi segue su Twitter, l'anno scorso se avessi potuto avrei passato un'intera giornata a
giocare con R1, ma questa è un'altra storia).
Robot preferito della fiera: il pizzaiolo. Ma è stata proprio una scelta.. di pancia!
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Il Robot pizzaiolo, ovviamente dall'Università di Napoli! |
2)
Poche aziende. A metà fiera ho dovuto ricontrollare la mappa perchè non mi sembrava possibile: dove erano le aziende? Mi spiego meglio: gli sponsor e i partner dell'evento non mancavano, ovviamente, ma francamente me ne sarei aspettata molti molti di più: un evento dedicato all'innovazione, all'IoT e a chi più ne ha più ne metta dovrebbe essere un'occasione ghiottissima per farsi pubblicità.. Perché non coglierla? In particolare ho notato l'assenza di grandi partner come Intel e Google i cui stand erano gettonatissimi gli scorsi anni (c'è da dire però che nello stesso weekend sempre a Roma era previsto un altro evento Google al Maxxi).
3)
I Gadget. Anche qui.. Siamo onesti, dai! Alzi la mano chi negli anni scorsi non è stato contento di tornare a casa con un bel bottino di gadget omaggio: zaini, borse, spillette e per i più abili anche qualche chiavetta USB e qualche maglietta nerdissima. Quest'anno sono tornata a casa con un bottino piuttosto scarso, bello lo zainetto della Maker Faire, distribuito all'ingresso, peccato averlo riportato a casa praticamente vuoto. Ci tengo a specificare però che sono andata di domenica, magari gli avventori dei giorni precedenti avevano già esaurito tutto!
Ok, fin qui sembra che la fiera di quest'anno sia andata malissimo, ma non è per niente vero! Ovviamente ad una fiera dell'innovazione, non sono mancate le novità:
4)
Le scintille. Il
Centro Atlas di Perugia ha presentato il progetto che più mi ha colpito tra tutti: niente robottoni o grandi costruzioni, "semplicemente" utilizzare la realtà aumentata come tecnica di sostegno e integrazione per i bambini disabili. L'entusiasmo e la trasparenza della ragazza che ci ha presentato il progetto allo stand erano veramente disarmanti e mi (anzi, ci!) hanno proprio conquistato. Ci tengo a specificare che questo stand aveva conquistato la vetta della mia classifica personale già prima che ci facessero provare la demo di realtà aumentata in cui muovendoti spargevi scintille sbrilluccicose ovunque (cosa che comunque gli ha fatto guadagnare tantissimi punti bonus nella mia classifica personale).
5)
Il flipper di legno. Probabilmente l'altra cosa - oltre la testa di iCub - con cui avrei passato un'intera giornata di fiera. Ho sempre avuto un po' di pregiudizi su tutte le cose esposte alla Maker Faire che non sono strettamente legate all'elettronica. Diciamo che la mia tolleranza può arrivare al massimo alle cose stampate in 3D e ai tessuti con qualche led in mezzo. Sicuramente fuori dal mio range di accettazione ci sono tutte le cose completamente in legno, per due semplici motivi: il primo è che il legno esiste da prima che inventassero la ruota, ormai dovremmo averlo utilizzato in tutti i modi possibili e di innovativo ha ben poco; il secondo è che dopo 10 stagioni di Doctor Who mi è ben chiaro che sul legno non si può utilizzare il cacciavite sonico, quindi prima o poi potrebbe portare problemi.
Ho adorato invece questo flipper di legno, semplice ma divertente, senza troppi fronzoli, luci o suoni elettronici ma con un intelligente sistema di ingranaggi che permetteva addirittura di avere un sistema complesso di calcolo del punteggio. Non ditelo al Dottore, ma non volevo più smettere di giocarci!
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Alle prese col flipper di legno! |
Non sono mancati poi i grandi classici della Maker Faire: l'area droni curata dall'ormai padrone di casa Paolo Mirabelli, la One Love Machine Band col suo folto seguito sotto al palco e l'area per bambini e ragazzi, a cura di
Codemotion Kids. Quest'ultima in particolare mi è sembrata molto più interattiva e laboratoriale rispetto agli anni scorsi, dove la facevano da padrone più i singoli espositori. Quest'anno invece ho visto molto più spazio - proprio in senso fisico - dedicato alle aree lab delle varie associazioni, fra cui il laboratorio di simulazione dei rover su Marte che ha attratto tantissimi ragazzi. Altra chicca del padiglione era il palco di
Scienza Divertente Roma, dove per tre giorni gli scienziati dell'associazione si sono esibiti in show e dimostrazioni a tema scientifico, coinvolgendo anche i bambini e ragazzi presenti.
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Piccoli rover marziani.. crescono! |
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Alle prese con l'anidride carbonica sul palco di Scienza Divertente! |
Altro stand che ho assolutamente adorato (ma perchè sono terribilmente di parte) è quello del Dipartimento di Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale della Sapienza, dove erano presenti Pepper, il robot assistente del Dipartimento, e lo
SPQR Team, ovvero la squadra di robo-calcetto dell'Università.
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I bellissimi NAO dello SPQR Team |
Lo stand era ovviamente gettonatissimo e purtroppo non sono riuscita a fare due tiri coi robottini come quando li vedevo in facoltà in pausa pranzo.. ormai sono diventati delle celebrità anche loro! Sul mio Instagram trovate però
un video di qualche anno fa in cui si allenavano coi calci di rigore.
In conclusione direi che senza dubbio è stata una fiera diversa dagli anni scorsi, che ha puntato forse un po' meno sulla robotica e l'elettronica in generale e più su un concetto ampio e generale di innovazione, estendendo il termine "maker" anche ad altri ambiti diversi da quelli pensati inizialmente per questa fiera. A questo punto direi che decisamente non si può far altro che aspettare la Maker Faire del prossimo anno e scoprire quali innovazioni ci sorprenderanno nel 2018!
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La monoposto elettrica della Formula E |
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L'immancabile voliera dei droni |
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Lo stand dell'esercito italiano |
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Riproduzione dell'orbita terrestre intorno al Sole, con Arduino |
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Pac-Man 3D |
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Lattuga al padiglione Food! |
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Il suono delle piante |
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